In foto è possibile osservare la prima pagina de La Stampa, giornale di Torino, di sabato 2 marzo 1935.
Oltre a cenni alle fiduciarie dei Fasci Femminili a rapporto a Palazzo Littorio, all’epoca numericamente in aumento, il corpo centrale della prima pagina è occupato dalla descrizione delle operazioni di imbarco per l’Africa Orientale: dopo pochi mesi, si sarebbe infatti svolta la guerra d’Etiopia, nota anche come campagna d’Etiopia, precisamente svoltasi tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936.
Si scontrarono il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia, e le truppe vennero condotte inizialmente dal generale Emilio De Bono e poi dal maresciallo Pietro Badoglio.
La guerra fu la campagna coloniale più grande della storia, e la mobilitazione italiana assunse dimensioni straordinarie, impegnando un numero di uomini, una modernità di mezzi e una rapidità di approntamento mai visti fino ad allora. Fu un conflitto simbolico, nel quale il regime fascista impiegò una grande quantità di mezzi propagandistici con lo scopo di impostare e condurre una guerra in linea con le esigenze di prestigio internazionale voluto da Benito Mussolini.
Le ostilità non cessarono con la fine delle operazioni di guerra convenzionali, ma si prolungarono con la crescente attività della guerriglia etiopica, con le conseguenti misure repressive attuate dalle autorità coloniali italiane, durante le quali non furono risparmiate azioni terroristiche nei confronti della popolazione civile.
La resistenza etiope collaborò poi con le truppe britanniche nella liberazione del paese dagli italiani nel corso della seconda guerra mondiale.
Formalmente lo stato di guerra ebbe termine solo il 10 febbraio 1947 con la stipula del trattato di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate, che comportò per il paese italiano la perdita di tutte le colonie.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_d%27Etiopia
In the photo it is possible to observe the front page of “La Stampa”, Turin newspaper, on Saturday 2 March 1935.
In addition to nods to the trustees of the Female Bundles in relation to Palazzo Littorio, at the time numerically increasing, the central body of the first page is occupied by the description of the embarkation operations for East Africa: After a few months, the Ethiopian War, also known as the Ethiopian Campaign, took place between 3 October 1935 and 5 May 1936.
The Kingdom of Italy and the Empire of Ethiopia clashed, and the troops were led initially by General Emilio De Bono and then by Marshal Pietro Badoglio.
The war was the largest colonial campaign in history, and the Italian mobilization assumed extraordinary dimensions, involving a number of men, a modernity of means and a speed of preparation never seen before. It was a symbolic conflict, in which the fascist regime employed a large amount of propaganda with the aim of setting up and conducting a war in line with the demands of international prestige wanted Benito Mussolini.
The hostilities did not cease with the end of the conventional war operations, but continued with the increasing activity of the Ethiopian guerrilla, with the consequent repressive measures implemented by the Italian colonial authorities, during which terrorist actions against the civilian population were not spared.
The Ethiopian resistance then collaborated with British troops in liberating the country from the Italians during World War II.
Formally the state of war ended only on 10 February 1947 with the signing of the Treaty of Paris between Italy and the Allied powers, which resulted in the loss of all the colonies.