Nella foto è ritratto Marangoni Italo, che nacque a Pettorazza (Rovigo) nel 1927. Avendo perso all’età di 12 anni la madre dovette fare i conti con l’entrata in famiglia di una matrigna e di 3 nuovi fratelli. I rapporti con la matrigna peggioravano di giorno in giorno andando a creare un ambiente arido, che portò grande disagio al giovane Italo, odiato dai nuovi arrivati. All’età di 17 anni scappò di casa e finì per rifugiarsi nella stalla della famiglia Sturaro a Bosaro. Per i primi 15 giorni visse nascosto presso l’abitazione dell’addetto alla stalla, adiacente a quest’ultima. Poi Onorio, il padrone di casa, dopo aver parlato a lungo con lui e capito le sue sofferenze, decise di dargli una camera ed un letto per rimanere a vivere con loro nella casa di famiglia, nonostante avesse già 13 persone da sfamare.
Dopo un anno arrivò una lettera con cui Italo veniva chiamato alle armi per combattere per il suo paese. Il padre, infatti, aveva deciso di mandare proprio Italo in guerra e non uno degli altri figli maschi della seconda moglie.
Italo non voleva partire in guerra e tentò di scappare. Venne fermato da Onorio, il capo famiglia che lo aveva accolto, che tentò di ingraziarsi il podestà comunale donandogli un toro e una mucca impedendo così la partenza del ragazzo.
Italo rimase con la famiglia Sturaro fino alla sua morte, il 31 marzo del 1988, prendendosi sempre cura della stalla, della terra e degli animali. Una persona mite e taciturna ma sempre presente per i bisogni di tutti e molto amato dai bambini di casa. Negli ultimi anni di vita, anziano e malato, venne accudito dai figli e nipoti di Onorio come uno di famiglia. I membri della sua famiglia di origine non si fecero più vivi neppure al funerale; solo qualche anno dopo ci fu un contatto per questioni di eredità. Italo è sepolto nella tomba della famiglia Sturaro assieme ad Onorio, a sua moglie Giovanna e a tutte le persone che si sono prese cura di lui e di cui lui si è preso cura.
Questa storia mi è stata raccontata da mia nonna Mirella Sturaro, figlia di Onorio.
This is Marangoni Italo who was born in Pettorazza (Rovigo) in 1927. He lose his mother at the age of 12 and he had to deal with the entry into the family of a stepmother and 3 new brothers. Relations with his stepmother worsened day by day, creating an arid environment, which brought great discomfort to the young Italo hated by the new arrivals. At the age of 17 he ran away from home and ended up taking refuge in the Sturaro family’s stall in Bosaro. For the first 15 days she lived hidden in the stall attendant’s house, adjacent to the stall. Then Onorio, the landlord, after having talked for a long time with him and understood his suffering, he gave him a room and a bed to stay and live with them in the family home, even though he already had 13 people to feed.
A year later a letter arrived in which Italo was called to arms to fight for his country. The father, in fact, had decided to send Italo himself to war and not one of the other sons of his second wife.
Italo did not want to go to war and tried to escape. He was stopped by Onorio, the head of the family who had welcomed him, who tried to ingratiate himself with the municipal mayor by giving him a bull and a cow, thus preventing the boy from leaving.
Italo remained with the Sturaro family until his death on March 31, 1988, always taking care of the stall, the land and the animals. A meek and taciturn person but always present for everyone’s needs and much loved by the children of the house. In the last years of his life, old and ill, he was looked after by Onorio’s children and grandchildren as one of the family. Family members no longer showed up on families at the funeral; only a few years later there was a contact for inheritance questions. Italo is buried in the tomb of the Sturaro family together with Onorio, his wife Giovanna and all the people who took care of him and whom he took care of.
This story was told to me by my grandmother Mirella Sturaro, daughter of Onorio.